Tu chiamale se vuoi emozioni
(parte VII)
Mancava tanto tempo alla palla a due della finale di Tim Cup, ma lo spicchio dietro la panchina napoletana era già pieno. Lo stesso spicchio che gli organizzatori avevano riservato ai supporters azzurri il giorno prima contro la Benetton
A quel punto scattano tutte le scaramanzie del caso. Stesso posto del giorno prima. Ma non solo. Stesso compagno del giorno prima. Ma non solo. Chi cera seduto dietro di me? Andatelo a cercare. Non lo trovate a quel signore grassottello? Ma siete pazzi? Andatelo a cercare
Ma la volete vincere la Coppa? Allora acchiappate o signore che stava dietro a me
E tu? Perché ti sei cambiato? Ma come? Hai messo quella maglietta per due giorni e te la sei levata proprio oggi? Ma sei pazzo? Questo ed altri epiteti doveva subire quel povero, e direi unico ragazzo, che aveva osato cambiarsi la maglia, anche se puzzava da far schifo.
Infatti dei millecinquecento tifosi almeno millequattrocentonovantanove erano vestiti con gli stessi panni da ben tre giorni consecutivi
Ma solo perché quella maglietta lì stava un amore con quel jeans lì
Perché rovinare quellabbinamento così fashon? Giusto! Bravo tifoso! E te lo dice uno che stava proprio bene con quella maglia con stampato il numero 55 enorme e sopra una scritta campi flegrei. Stavo talmente bene che una volta messa contro quei fighetti dellArmani Ginz, lho messa anche contro la Benetton. Ora, dico io, se quelli che fanno di mestiere vestiti dalla mattina alla sera non mi hanno detto niente
perché avrebbero dovuto dirmi qualcosa quelli di Roma che sono griffati Lottomatica che non centra niente con labbigliamento? Quindi, e qui la scaramanzia non centra niente (nel frattempo mi sta crescendo il naso
), sono stato costretto anchio a mettermi gli stessi panni per tre giorni consecutivi.
Mi siedo con quella bellissima maglia blu ed azzurra al mio posticino, a bordo campo, anzi dentro al campo pronto a gustarmi la finale che allimprovviso arriva la cattiva signorina Rottermeier, ditemi voi a chi sta simpatica la signorina Rottermeier, che mi redarguisce e mi consiglia di non fare confusione tra i banchi, mi mette in prima fila, e mi dice che se mi rendo ancora protagonista di qualche intemperanza mi caccia fuori dalla classe.
Che figura di merda! Penso come un bambino colto con le dita nella marmellata (anche se mi dovete far conoscere un bambino che mette le dita nella marmellata e non nella nutella
).. Poi faccio passare qualche secondo ed il mio pensiero diventa una specie di: Uà
ma chesta come si permette? che poi dopo un minuto si è trasformato in un definitivo: Ma chi se ne fotte!
(però credetemi prima di esultare per qualche canestro dei nostri mi guardavo intorno per non farmi beccare)
To be continued
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